L'arte dell'ottenere qualcosa gratis



Saper scrivere pare una cosa semplice.
In fin dei conti che ci vuole, ce lo insegnano da piccoli a scrivere.
Cominci all’asilo con il riempire quel foglio di quaderno quadrettato, cercando di farci stare le rotondità di una bi e le ellissi di una elle, con la lingua un po’ di fuori.
A mostrare quell’impegno che richiede l’imparare da zero.
La scuola insegnerà il resto, ognuno, con la sua inclinazione, riuscirà a riempire pagine in modo delicato o forte, di argomenti, sensazioni, idee e nozioni.
Sarà il trampolino di qualcosa. O non sarà nulla.
Sarà solo esercizio a cui daranno un voto, tanto per etichettare come solo la scuola sa fare.
C’è chi andrà forte in altro e non con le parole, con i numeri, ad esempio.
Penserà con una logica che chi sa riempire fogli bianchi di parole non saprà mai da dove viene, ma lui sì. D’altro canto chi ragionerà in numeri probabilmente riempirà fogli di quelli e si dedicherà poco al vezzo di mettere a nudo la realtà per come la vede da dentro.
L’inizio è più o meno questo per tutti.
Chi ama la scrittura facilmente avrà intasato gli amici di lettere, gli amori di lettere, i genitori di pensieri scritti, il proprio diario di segreti, fino all’avvento dei social che hanno fatto diventare quasi tutti ciò che non sono mai stati.
Sfornando i loro innumerevoli talenti, chiusi fin prima nel cassetto del comodino.
L’umanista per natura amerà la lettura, sarà il suo esercizio quotidiano, la sua palestra nella quale affinarsi.
Sia ben chiaro che per tanti è stata una mano Santa.
Anche un modo per venire fuori dai momenti più bui.
Chi davvero è bravo in qualcosa, che sia la fotografia, il disegno, lo scrivere, l’arte in genere, nel web può mettere finalmente in vetrina ciò che sa fare.
Ad alcuni bisognerebbe davvero far capire che qualsiasi tipo di dote non è un’equazione matematica e certe doti non sono veri talenti ma sono inclinazioni, cose su cui dilettarsi senza stare lì tanto a sperarci.
Purtroppo non accade quasi mai.
La visibilità dà alla testa a molti.
Non so come spiegarmelo ma ho notato che specie chi crede di avere doti che davvero non ha si sente ancora più talentuoso e a caccia di consensi.
Credo che il mezzo virtuale distorca molto la realtà delle cose.
Chi invece ha tutte le carte per fare di questo talento un mestiere lotterà dapprima con una piaga che deturpa il genere umano in tutti i lavori del mondo: lo sfruttamento.
Gli sfruttatori sono quelli ti permetteranno di esprimerti in una piattaforma di svariato spessore, ti daranno spazio concedendotelo e facendoti una sorta di favore.
Tu elargirai parole, chiamerai consensi di gente che ti segue e ti stima, darai lustro alle stesse piattaforme che vivono spesso di sponsorizzazioni e tu, però, non percepirai una mazza.
No, perché “si usa così”.
Se è per quello si usa anche chiedere privatamente, correzioni, editing, lezioni, pareri e quant’altro.
Sempre tutto gratuitamente.
E si usa anche, molto, lambire chi ha un po’ più di luce, dapprima sfruttando l’arte del complimento e del seguire, per poi arrivare dove si voleva arrivare.
Alla richiesta di visibilità.
Devo dire che è un mondo parecchio strano questo, chi ha non dà, chi non ha dà, e deve pure ringraziare.
Se tutti quelli che scrivono gratis per chichessia smettessero improvvisamente di farlo probabilmente non leggereste quasi più nulla, sapete?
E qui mi viene sempre da dire una frase di una scontatezza più unica che rara.
Il lavoro va pagato, sempre.
E c’è poco da dire dopo questa frase, poco da eccepire.
Inviterei tutti quelli che sanno scrivere, che ci provano seriamente e che vorrebbero in qualche modo riuscirvi, di rifiutarsi in massa di regalare farina del proprio sacco a chi guadagna sopra le loro parole.
Fate beneficenza, scrivete di bambini maltrattati, aiutate le associazioni, pensate al vostro blog, date i vostri pezzi a chi ritenete che non sia uno squalo che si fa bello col culo degli altri.
Non pagate per fare un libro.
Non fatevi comandare da chi non vi offre nulla, scegliete con cura a chi donare le parole.
Lo sfruttamento continuerà finchè lo si permetterà.
In un mondo in cui mi piacerebbe che un like non avesse così tanto valore, romanticamente, se consideriamo che c’è anche chi i like se li compra è probabile che il mio lato ottocentesco di guardare le cose sia andato a puttane.
E così molte altre cose, quali il rispetto e la dignità.